Record Store Day 2015, il vinile torna di moda

20.03.2015 02:03

Il 18 Aprile è il Record Store Day 2015, ovvero la giornata mondiale dedicata ai negozi di dischi. Quelli che resistono, quelli “veri” con gli scaffali pieni di opere d’arte e di polvere, quelli in cui ci trovi i nerds della musica, lì non solo per fare acquisti ma anche per sentirsi a loro agio tra i loro simili, insomma quelli descritti da Nick Hornby in “Altà Fedeltà”. Il Record Store Day festeggerà la sua ottava edizione con un ambasciatore di eccezione in Dave Grohl, leader dei Foo Fighters ed ex batterista dei Nirvana.

Quel giorno si festeggerà il vinile dal piccolo negozio di dischi di provincia alla Londinese Rough Trade e non sarà una celebrazione in ricordo di un vecchio supporto lanciato 65 anni fa dalla Columbia Records (acquisita da Sony negli anni Ottanta) e ormai superato dalle nuove tecnologie, ma sarà una vera e propria festa per un vecchio supporto che sta vivendo la sua rinascita. Per il Record Store Day 2015 sono stati annunciati oltre 300 titoli (la lista completa è sul sito ufficiale dell’evento), molte labels stanno infatti aspettando il 18 Aprile per “inondare” il mercato discografico di nuove uscite, vecchie ristampe o edizioni speciali pubblicate esplicitamente per dare sostegno alla festa e accrescere la cultura del disco.

Ebbene sì, nonostante la qualità del suono sia nettamente inferiore a quella a cui Apple ha abituato le nostre orecchie con il suo iTunes, il disco sta tornando in auge, e non è solo il Record Store Day a dimostrarlo ma sono i dati delle vendite a parlare chiaro. La rinascita parte da Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia. Quasi 8 milioni i dischi venduti nel 2014 soltanto nel mercato americano con un fatturato di circa 66 milioni, una crescita del 49% rispetto all’anno precedente.

Le statistiche della British Phonographic Industry rivelano il picco di vendite più alto dal 1996 in Gran Bretagna, le sole vendite di vinili dei Pink Floyd e dei Led Zeppelin hanno rappresentato nel 2014 oltre £20 milioni nei ricavi totali dell’intera industria discografica, in notevole crescita rispetto ai £3 milioni incassati soli tre anni fa. In Italia si registra il più alto incremento annuale, secondo i dati forniti dalla Fimi (Federazione Industria Musicale Italiana) le vendite del vinile nel 2014 sono aumentate di oltre il 66% rispetto all’anno precedente, con un giro di soldi superiore ai 2 milioni di euro annui.

Oviamente in tutto ciò non mancano gli oppositori, quelli che sostengono che il ritorno al vinile è solo una bolla di sapone, quelli che fanno notare che se si è passati dal supporto fisico all’mp3 ci sarà pure un motivo, affermando che i negozi sono pieni durante il Record Store Day ma poi tornano al vuoto di sempre. Certamente è ancora troppo presto per capire se il disco tornerà ad avere una sufficiente domanda per ri-fare il grande salto, ma sicuramente Le statistiche delle vendite danno un buon motivo per poter festeggiare un rinnovato successo.

 

FONTE: dailystorm.it